OCD e Waswasa nell’Islam: Come Gestire Ansia e Pensieri Intrusivi con la Psicologia Islamica
Scopri la differenza tra OCD e waswasa, le cause spirituali e psicologiche dei pensieri intrusivi, e come affrontarli con principi dell’Islam e della psicologia.
Francesca Bocca-Aldaqre
4/11/20253 min leggere
"Allah ha perdonato la mia Umma per qualunque pensiero malvagio che entra nei loro cuori, finché non agiscono secondo di esso."
— Sahih Muslim, hadith 238
🌪 Cos’è l’OCD? E cos’è la Waswasa?
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (OCD) è un tipo di disturbo d’ansia, caratterizzato da pensieri ruminanti (ossessioni) e comportamenti ripetitivi (compulsioni). Nel contesto islamico, questi pensieri sono spesso chiamati waswasa, un termine che ricorre nel Corano per indicare i sussurri di Shaytan (Surat an-Nas, 114:4–5).
L’ansia si manifesta come una difficoltà a gestire le preoccupazioni, che spinge a evitare le situazioni che le scatenano. Una piccola dose di ansia è fisiologica e protettiva. Ma nell’OCD diventa una spirale disfunzionale:
pensiero ossessivo → ansia → compulsione → sollievo temporaneo → ripetizione.
🎥 Guarda il video qui sotto per una spiegazione visiva di questi concetti

🔍 Tipologie di OCD (e di Waswasa)
- Controllo: controllare il forno o la porta più e più volte.
- Contaminazione: lavaggi e purificazioni eccessive.
- Contaminazione mentale: pensieri sessuali, blasfemi o immorali.
- Accumulazione: difficoltà a liberarsi degli oggetti.
- Ruminazione: pensare a lungo a eventi passati o scenari ipotetici.
- Pensieri intrusivi: idee improvvise, disturbanti, non intenzionali.
Ma cosa rende l’OCD diverso?
Tutti abbiamo pensieri indesiderati.
La differenza è che chi ha OCD attribuisce loro un significato sproporzionato, reagisce con paura e cerca di controllarli compulsivamente.
Più combatti il pensiero, più potere gli dai.
🧠 Cosa causa l’OCD?
Genetica
Strutture cerebrali (come l’amigdala e la corteccia orbitofrontale)
Esperienze ambientali, traumi, contesti religiosi rigidi
Spesso tutto comincia in ambito religioso: abluzioni, intenzioni, peccati, apostasia. Ma poi si estende anche ad altri ambiti (igiene, moralità, sicurezza…).
☪️ Pensieri intrusivi e peccato: dove si traccia il confine?
Nel solco della tradizione islamica, i pensieri che sorgono spontaneamente nella mente — senza intenzione, senza deliberazione — non costituiscono peccato.
Quel che ha valore agli occhi di Allah è l’intenzione cosciente del cuore e l’azione che ne consegue.
Non siamo ritenuti responsabili per ciò che ci attraversa la mente in modo involontario. Diventiamo responsabili solo quando diamo volontariamente accoglienza a quel pensiero, quando lo approviamo interiormente o ci impegniamo ad agire in base ad esso.
⚖️ Sette Principi Islamici per affrontare OCD e Waswasa
1. Allah non grava un’anima oltre la sua capacità
I pensieri intrusivi non sono sotto il nostro controllo diretto: non possiamo impedirne l’arrivo, ma possiamo decidere come rispondere.
👉 La responsabilità spirituale non risiede nel contenuto del pensiero, ma nella nostra azione di fronte ad esso.
📌 Esempio pratico:
Situazione: dubbi ripetuti sull’intenzione (niyyah) prima della salat.
Applicazione: pronunciala una volta sola con sincerità.
Azione: “Ho fatto la mia parte. Allah conosce il mio cuore.”
2. La certezza non è annullata dal dubbio
In giurisprudenza islamica (fiqh), vige il principio che la certezza non viene scalfita dal sospetto. Un dubbio, anche se ricorrente, non ha il potere di annullare ciò che è certo.
📌 Esempio pratico:
Situazione: hai fatto il wudhu, poi ti viene il pensiero "forse l’ho rotto".
Applicazione: se non c’è una prova chiara, ignora il pensiero.
Azione: considera valido il tuo stato di purità.
3. Non sei ciò che pensi
“Se vuoi che lo shayṭān smetta, quando arriva la waswasa trova in essa della gioia: niente lo disturba più della felicità del credente.”
— Sulaymān al-Dārānī
I pensieri, anche quelli disturbanti, non definiscono chi sei. Sono come nuvole che attraversano il cielo della mente. Se non li alimenti, svaniscono.
📌 Esempio pratico:
Situazione: pensiero blasfemo improvviso.
Applicazione: riconosci che non è tuo, non è voluto.
Azione: lascia andare. Prosegui nella tua giornata.
4. La realtà prevale sul sentimento
Non sempre ci “sentiamo” spiritualmente puri o soddisfatti di un atto. Ma la verità oggettiva del nostro gesto ha più valore delle emozioni soggettive.
📌 Esempio pratico:
Hai fatto ghusl, ma non ti senti “abbastanza pulito”?
Non ripeterlo: la razionalità precede la sensazione.
5. Adora Allah, non la forma esterna dell’Islam
Quando l’attenzione si fissa sui dettagli tecnici e ripetitivi delle regole, rischiamo di perdere il cuore del culto: la relazione con Allah.
Il nostro scopo non è l’ossessione rituale, ma la presenza interiore e la sottomissione fiduciosa.
📌 Esempio: Ibn ʿAbbās compiva il wudhu con pochissima acqua.
La spiritualità è semplicità, non perfezionismo.
6. Equilibrio tra timore e speranza
Il timore di Allah è una bussola. Ma se non è accompagnato dalla speranza nella Sua misericordia, diventa oppressione.
“La Mia misericordia ha superato la Mia ira.”
— Hadith Qudsi
👉 Il cuore del credente vive sospeso tra khawf (timore) e rajāʾ (speranza).
7. I dubbi ricorrenti non hanno lo stesso peso dei dubbi occasionali
Un dubbio che ritorna ogni giorno, senza prove oggettive, è waswasa.
Un dubbio raro e fondato può meritare attenzione.
📌 Trattare ogni dubbio con lo stesso rigore è logorante e spiritualmente paralizzante. Occorre saper distinguere.
🌿 Per concludere
OCD e waswasa sono fenomeni reali, complessi, ma non invincibili.
La sapienza della nostra tradizione ci offre strumenti spirituali profondi, mentre a psicologia moderna ci fornisce linguaggi e strategie complementari.
Non sei solo. E non sei i tuoi pensieri.
La tua fede non dipende dalla loro assenza, ma dalla tua capacità di rispondere con equilibrio, conoscenza e fiducia.
Anche se in italiano non ci sono risorse su questo argomento, è stato pubblicato in inglese di recente un libro proprio su questo tema, da cui ho preso spunto per l'articolo. Puoi trovarlo qui.
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